All’Allianz Cloud, mentre i match dell’Oysho Milano Premier Padel P1 esaltano il pubblico, un altro spettacolo corre tra le tribune: quello dei ragazzi che rincorrono le firme dei propri idoli. La vera protagonista è la “pallona” gialla – versione xxl per l’occasione – accompagnata dal’immancabile pennarello nero: due oggetti di culto per i piccoli collezionisti di ricordi.
Parcheggio, entrate, dietro le panchine: prima e dopo ogni match inizia il rito. “Hai visto sono passati Coello e Rapia?”, “Lì c’è Galan!”, “Foto, per favore un autografo!”: le urla di eccitazione si intrecciano con occhi increduli e risate. Il cellulare pronto, la ‘pallona’ sotto il braccio, e la speranza di lasciare un segno – nero e indelebile è proprio il caso di dire – che rimanga a casa tra i ricordi più dolci.
Giovanni, 10 anni, è soddisfatto del suo bottino: “Grazie a papà e agli addetti alla sicurezza sono riuscito ad avere gli autografi di Bea Gonzalez, Chingotto e Gemma Triay”. Racconta con il sorriso, mostrando una ‘pallona’ stracolma di firme in cui il giallo è solo un ricordo ormai. Per Andrea, 11 anni, invece è la terza edizione di seguito: “Nel 2022 purtroppo non sono riuscito a venire, ma ora non mi perdo più neanche un match. L’autografo emozionante? Quello di Belasteguín nel giorno della sua ultima partita”. Poi c’è anche spazio per sognare in grande tra un sorriso e l’altro: “Magari fra qualche anno sarò io a firmarla”. Emozioni forti, vissute anche a bordocampo. Carlotta, tredici anni, non riesce a trattenerle: “Delfi Brea mi ha sorriso e regalato un asciugamano, non lo dimenticherò mai”.
All’Allianz Cloud si respira un amore autentico per il padel: non solo per il gioco, ma per quei momenti che restano impressi nella mente e nei cuori dei suoi appassionati. Autografi, selfie e una battuta “rubata” ai propri idoli. Grandi protagonisti i top player del padel mondiale, ma non solo: l’Oysho Milano Premier Padel P1, anche quest’anno, ha dimostrato di essere una festa dello sport in cui i sogni non si fermano al campo: continuano con una “pallona”, un pennarello e un sorriso.
