“Ole, ole ole ole, Bela, Bela”. C’era il pienone, al Village commerciale dell’Allianz Cloud, ad attendere la leggenda argentina Fernando Belasteguín, ospite dello stand Wilson assieme alla sua nuova racchetta “Bela Pro v2”, che sul laccetto ha una scritta a cui Bela è legatissimo. “Un Belasteguín Nunca Se Rinde”.
Un Belasteguín non si arrende mai. A moderare l’incontro con il 43enne per 16 anni di fila in cima alla classifica mondiale, il giornalista di Sky Sport Gianluigi Bagnulo, autore – assieme al collega Dario Massara – del volume “Padel Mania”, una vera e propria enciclopedia del padel in cui trovare la storia della disciplina, spunti tattici, il censimento delle strutture in Italia e le schede (tecniche ma soprattutto le storie di vita) dei giocatori e delle giocatrici più forti del pianeta, italiani compresi, e del quale Belasteguín ha firmato la prefazione.
“Perché questa scritta?”, chiede Bagnulo a Bela. “Perché rappresenta la mia famiglia – la risposta -. Ho tre figli, di 14, 12 e 9 anni. Prima che si addormentino, pronuncio loro tre frasi. Ti amo, vi aiuterò per tutta la vita, e un Belasteguín non si arrende mai”. Ovvero, Un Belasteguín Nunca se Rinde.
Accanto a un fresco campione del mondo come Bela e Bagnulo, un altro campione del mondo e appassionato di padel, Beppe Bergomi. “Penso che questo sia un bellissimo messaggio – dice l’ex interista e ora talent di Sky -. Alleno ragazzi di 14-15 anni e dico loro che giocare non è un sacrificio, ma per raggiungere un obiettivo bisogna fare fatica. Rimanere così tanto tempo ad alti livelli è difficilissimo, ed è una cosa che richiede tanti sacrifici. I giovani di oggi hanno bisogno di esempi positivi, e questo lo è”.