Fa strano vedere Juan Martin Diaz in borghese e senza la sacca con la ‘pala’. Pochi giorni fa, una delle leggende di questo sport ha detto basta: lascia il padel dopo averlo dominato per 14 anni in testa alla classifica mondiale ma, soprattutto, dopo averlo accompagnato – assieme ad altri pionieri – in una nuova dimensione. Diaz alza gli occhi all’Allianz Cloud di Milano, dove è in corso Milano Premier Padel P1, ed è quasi estasiato. “È la prima volta che vengo a un torneo da ex giocatore – dice –. Il palazzetto è spettacolare: peccato non averci potuto giocare, ma la scelta era stata già fatta”. Juan Martin l’ha fatta col sorriso, ma serve tempo per abituarsi: “Dopo 30 anni è normale che mi faccia strano e che debba abituarmi al pensiero di non allenarmi. Ma questa è la vita, e la ringrazio per tutto quello che mi ha dato”.
Diaz lascia un padel che sta vivendo un momento di impressionante ascesa: “Il futuro di questo sport è incredibile a livello di location, di organizzazione e di qualità. Abbiamo visto tutto quello che di buono il padel può dare, sperando possa diventare ancora più internazionale. Il futuro è quello che già sta facendo il Premier Padel, con una copertura televisiva in tutto il mondo: in poco tempo avremo tornei in tutto il pianeta con tutta questa qualità”. Tornei che, come il P1 di Milano, hanno visto l’esordio del tabellone femminile: “Le donne sono parte integrante dei club e del sistema padel, stanno mettendo in campo un grande spettacolo – prosegue Diaz –. Il settore femminile è sempre stato un settore importante, ma ora lo sarà ancora di più anche nello sport, nel nostro sport”.
Un padel che, rispetto all’età dell’oro di Diaz, si è comunque evoluto: “Sì, devo dire che il padel è cambiato tanto: anche tirando un ‘globo’ perfetto, ci sono giocatori che attaccano lo stesso. Bisogna essere più intelligenti e, per questo, considero ancora di più la testa, prima di passare poi all’aspetto tecnico e fisico. Il padel resta sempre uno sport molto motivazionale e di sensazioni”. Diaz non giocherà più a livello agonistico, ma non lascerà il padel: “Con il gruppo Reserve Padel stiamo cercando di espandere il padel negli Stati Uniti. Ci vuole tempo, sono quattro mesi che faccio avanti e indietro. Ma speriamo di far parte del Premier Padel e di portare tornei internazionali in America”.