La classe. E quel sorriso che non si spegne mai. Miguel Lamperti è uno dei ‘viaggiatori’ del mondo del padel, coloro cioè, che lo hanno attraversato in lungo e in largo prima che diventasse un potente fenomeno globale. Oggi ha debuttato al Milano Premier Padel P1 battendo la coppia italiana Abbate-Cassetta (6-2, 7-5) in coppia con il 19enne spagnolo José Jimenez Casas.
Provate a cercare Lamperti su Youtube e vedrete immediatamente la sua ‘cabeza blanca’ risaltare nelle decine e decine di campi sparsi per il pianeta che via via, da quell’esordio da professionista nel 1995 e mille sacrifici per arrivarci, sono cambiati riempiendosi di spettatori e passione.
Ventotto anni da professionista, idolo della gente che impugna una ‘pala’, Miguel Lamperti è figlio di un luogo che qualcosa di magico deve averlo per forza. Lì, a Bahia Blanca, 300mila abitanti nella provincia di Buenos Aires, sono nati altri fuoriclasse: Lautaro Martinez, Manu Ginobili, Rodrigo Palacio e il fresco campione del mondo German Pezzella. E non solo, da lì arriva un Nobel per la medicina, Cesar Milstein, se proprio si volesse uscire dalle righe dei campi.
Lamperti ha il padel nel sangue. Per lui giocare è vita e la vita è da prendere con gioia perché se sei sopravvissuto miracolosamente a un incidente d’auto che poteva essere mortale, funziona così. E allora, dopo aver battuto in due set i nostri Cassetta-Abbate, Miguel si porta il dito alla tempia come a dire: “È tutta testa”. E invece no. Invece c’è quel fisico asciutto e scattante che, per un ragazzo del ‘78 che ha compiuto 45 anni meno di un mese fa (l’11 novembre) non può che essere l’equazione esatta tra lavoro e sacrificio. E poi la classe non comune e il senso tattico dal quale attinge il suo compagno, il 19enne spagnolo José Jimenez Casas, numero 105 del ranking FIP (Lamperti è 54), classifica per la quale ‘Miguelito’ è partito dalle qualificazioni. E le ha vinte.
Combattuto, il 6-2, 7-5 con il quale hanno superato Flavio Abbate e Marco Cassetta, poi, lo show di battute e sorrisi. Quando Chiara Icardi, nelle interviste post match, gli dice: “Miguel, qual è il tuo segreto? Ogni anno che passa il tuo padel cresce di livello…”, lui ringrazia e risponde: “Sei davvero molto gentile, hai trovato un modo molto carino di dirmi che sto invecchiando!”, e giù risate. Poi, il sentito omaggio agli avversari – sulla sua sportività potremmo scrivere un libro – e ancora complimenti, stavolta a quel compagno, Jimenez, che potrebbe essere suo figlio: “Spero sempre che possa contagiarmi con la sua gioventù…”. Il rito degli autografi e dei selfie con i bambini e i più grandi al quale si concede con generosità è bello da vedere per quel comune denominatore e cioè gli occhi sognanti di chi approccia a una star che ha fatto della disponibilità e della semplicità, una seconda maglia. Mercoledì affronterà i SuperPibes Franco Stupaczuk e Martin Di Nenno, numero 3 del tabellone, ma per uno come lui domani è un altro giorno e allora, in perfetto italiano alla gente che lo applaude, urla sorridendo: “Ci vediamo domani, Italia!”.