6 dicembre 2022 – Lo abbiamo lasciato dall’altra parte del mondo, con un sombrero in testa, a festeggiare la vittoria del Major Premier Padel di Monterrey, in Messico.
Lo ritroviamo in queste ore a Milano, pronto con la solita classe a deliziare il pubblico dell’Allianz Cloud con i suoi colpi che a 43 anni non invecchiano. Anzi, Fernando Belasteguín è come Benjamin Button: più passa il tempo, più ringiovanisce. Belasteguín per il padel è Maradona o Messi per il calcio; Michael Jordan o Kobe Bryant per il basket; Federer, Nadal o Djokovic per il tennis. Sedici anni, sedici, in cima alla classifica mondiale (dal 2002 al 2017) non ci si resta per caso: l’argentino ha scritto i libri di storia di questo sport e non vuole smettere di farlo. Perché, come c’è scritto sul laccio della sua pala “Un Belasteguín nunca se rinde”: un Belasteguín non si arrende mai.
Oggi, “Bela” gioca in coppia con un talento che sta sbocciando in questi mesi, quello dello spagnolo Arturo Coello, che di anni ne ha 20 e potrebbe essere suo figlio.
Esempio per i più giovani, ispirazione per chi è già campione, icona per i milioni di persone che a tutte le latitudini si sono avvicinate al padel. Sono giorni di grandi emozioni per il popolo argentino, che sogna il titolo mondiale nel calcio: già in Messico, la scorsa settimana, i campioni del padel si sono radunati nella hall dell’albergo che li ospitava per sostenere l’Albiceleste, ed è probabile che venerdì succeda lo stesso in occasione del quarto di finale contro l’Olanda.
Un Mondiale, l’Argentina lo ha già vinto, e Belasteguín non più tardi di un mese fa a Dubai ha guidato la sua nazionale alla vittoria del titolo. Ma i trofei, intesi come le coppe e le medaglie, Belasteguín non li conserva, li regala: le vittorie gli restano impresse nella mente. “Ci vediamo a Milano”, ha detto prima di salire sulla scaletta dell’aereo per l’Europa.
Anche perché qui, ad attenderlo, c’è una Bela atmosfera.